Per storia e tradizione il rosato in Italia si identifica col Salento, terra in cui già in tempi non sospetti e quasi naturalmente, senza alcun intervento tecnologico, è nata in Italia ed ha fatto da caposcuola questa tipologia di prodotto, oggi tanto “a la page” tra gli enofili.
Un colore maschio e brillante, ben differente da quello slavato e spesso “malato” che incontriamo nei rosati che la fanno da padrone in giro per il mondo, perlopiù transalpini o anche nostrani ma addomesticati per l’esportazione. Il colore è in un vino lo specchio dell’anima se così c’è concesso parafrasare: sia al naso che al palato avremo quindi la conferma di trovarci di fronte ad un vino completo, pieno, di soddisfazione, ricco ed avvolgente.
Le sensazioni fruttate che ricordano quasi tutti i frutti a bacca rossa del ventaglio tanto da poterle riassumere nel ricordo delle caramelle di frutta che tanto amavamo da piccoli ed un boccato lungo ed appagante, in cui l’acidità e le note piacevolmente dolci si rincorrono fra loro rendendolo piacevolissimo compagno estivo, sono di certo le sue carte vincenti con cui sbaraglia al tavolo, in questo caso non verde ma imbandito.
Rosato di carattere quindi, più adatto agli amanti del vino rosso che nella stagione calda cercano un vino da servire più fresco e meno impegnativo piuttosto che ai seguaci dei vini bianchi che vogliano provare l’ebrezza di assaggiare qualcosa di colorato.