Il Pinot Nero, considerato a buon diritto uno dei vitigni più pregiati e nobili al mondo, deve certamente questa sua fama ai risultati straordinari che gli enologi d’oltralpe riescono a ottenere, in particolare quelli della Borgogna che da secoli si confrontano e misurano con questa varietà. Gli stessi produttori e tecnici francesi però sanno bene che quest’uva, tanto generosa e prodiga di qualità se ben gestita, sovente può ribellarsi e, vuoi per la stagione non felice oppure per lievi errori in fase di vinificazione o maturazione, dare luogo a pessime “performances”. E non è certo luogo comune la regola, se si vuole testare velocemente il livello qualitativo di una cantina, di assaggiarne il solo Pinot Nero.
Questo Pinot Nero nostrano, prodotto e vinificato in una delle aree vitivinicole più interessanti per questo vitigno sul suolo patrio ovvero il Veneto orientale non ha certo nulla da invidiare a molti suoi fratelli transalpini anche se ottenuto senza l’apporto alcuno di legno. La morbidezza ed eleganza, ottenute con un’attenta e parca gestione del vigneto ed una successiva vinificazione in acciaio a basse temperature per esaltarne gli aspetti di freschezza ed esaltarne il ventaglio di sensazioni fruttate del sottobosco caratteristiche precipue della varietà (ribes, mora, lampone, fragola) non disgiunte da sensazioni speziate delicate ne fanno un giovane virgulto di nobile lignaggio.